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Come le donne provano piacere: viaggio tra storia e natura

Forma sexy

Tutto ha inizio da un’antica convinzione…

Ammettiamolo. L’abbiamo sentita centinaia di volte, magari pronunciata da qualche conoscente o collega. È un mantra che si ripete da tempo immemore, una frase fatta di cui nessuno si domanda più l’origine, un’affermazione logorata dall’uso, ma per molti ancora vera: le donne hanno meno voglia di fare sesso rispetto agli uomini. Ma è realmente così? Le donne sono davvero meno eccitabili e provano effettivamente meno desiderio sessuale rispetto ai loro compagni? Le influenze culturali sembrano avvalorare questa tesi ma per sapere come le donne provano piacere occorre fare un breve viaggio nel tempo.

Il piacere femminile: viaggio nella storia e nel tempo

In Italia, di piacere sessuale femminile si inizia a parlare solamente a partire dall’800, con gli studi del medico e criminologo Cesare Lombroso. Nelle sue opere – e in quelle dei suoi contemporanei, come Freud – Lombroso descrive la figura femminile focalizzandosi su elementi diagnostici e psichiatrici. Sono tempi in cui la donna viene ancora vista come un pericolo, una tentazione per l’uomo e non mancano, nei trattati dell’epoca, considerazioni negative sulla moralità e sull’intelligenza femminile.

Successivamente, nel XX secolo, sono numerosi gli studiosi che si interessano al tema della sessualità femminile. Da Wilhelm Reich che parlerà di orgasmo come scarica di energia alle analisi biocomportamentali di Masters e Johnson, al concetto di intimità teorizzato da Willy Pasini. Tutti cercheranno di fare chiarezza e capire come le donne provano piacere.

Uomini, donne e il desiderio sessuale

Dunque, come provano piacere le donne? La sessualità può essere paragonata ad un motore dotato di un acceleratore e di un freno: l’acceleratore indica tutto quello che stimola il desiderio di fare sesso, il freno – invece – rappresenta quello che blocca e ostacola l’eccitazione.

Seguendo la convinzione di cui si parlava all’inizio di questo articolo, gli uomini hanno acceleratori ruggenti e freni poco funzionanti. Le donne invece hanno un eccezionale sistema frenante ma acceleratori modesti e piuttosto malandati. E in certi casi ciò potrebbe anche essere vero, ma quello che non viene considerato è che quasi tutti gli stimoli che attivano in noi il desiderio sessuale non sono innati, ma appresi dall’ambiente che ci circonda.

Rimanendo nella metafora del motore, ciò significa che tutti usiamo acceleratore e freno in maniera diversa e che queste differenze non sono riconducibili alla nascita o al genere, ma alle relazioni che abbiamo e alle esperienze che viviamo.

Cosa eccita le donne e come le donne provano piacere?

Gli uomini sanno fin da subito, già da ragazzini, cosa li fa eccitare e questo perché hanno una risposta genitale molto evidente – l’erezione – che consente loro di capire quali sono gli stimoli giusti, quelli che attivano il desiderio sessuale.

E per le ragazze? La questione non è così semplice. Con l’eccitazione, il loro corpo non subisce un cambiamento fisiologico così chiaro e lampante, come avviene nei maschi. Devono quindi imparare a riconoscere gli stimoli eccitatori in maniera diversa e non farsi ingannare dagli ormoni che possono influenzare il desiderio sessuale che può infatti subire mutamenti nell’arco del mese.

Ma allora come fanno a capire cosa le eccita? Esaminando il contesto e la situazione in cui si trovano. Dunque, rispetto agli uomini, le donne hanno semplicemente sviluppato in maniera differente la loro sensibilità agli stimoli che accendono il desiderio.

Se quindi un’ipotetica coppia si incontrasse a casa, la sera, dopo una giornata lavorativa, lui potrebbe trovare nel vestitino di lei uno stimolo eccitatorio, mentre lei potrebbe riconoscerlo nella cura e nell’attenzione con cui lui ha preparato la cena.

L’importanza del contesto

Come detto, gli uomini hanno una reazione fisica, l’erezione, così palese ed evidente da non poter essere ignorata. Le donne invece possono perdere la concentrazione e portare il pensiero alle preoccupazioni e agli impegni della vita quotidiana. Ma ciò non significa che non provano piacere, vuol dire semplicemente che per attivare l’eccitazione percorrono una strada diversa rispetto a quella dei loro compagni.

Le donne sono molto sensibili alle parole, al tono di voce, alle coccole e ai baci e meno al puro atto della penetrazione. Inoltre, non considerano il sesso un banale rapporto fisico, ma cercano e si prendono cura di quei tratti di intimità che rendono l’attività sessuale un momento di armonia e condivisione.

Dunque, donne e uomini sono diversi e differente è il loro modo di provare piacere, ma non per una motivazione genetica, ma per un diversa sensibilità al contesto e a ciò che innesca il desiderio sessuale.

© Dott.ssa Giovanna Verde

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